In un piccolo villaggio magico sotto le radici di una quercia antica vivevano tanti topini bianchi. Le loro casette erano fatte di corteccia scintillante e foglie dorate, i loro vestiti intessuti con petali di fiori che non appassivano mai, e ogni giorno lavoravano tutti insieme, cantando melodie che facevano sbocciare i fiori. Un giorno arrivò un topino nero. Si chiamava Lucio e cercava un posto dove vivere dopo che un temporale aveva distrutto la sua casa. "Posso restare qui con voi?" chiese timidamente. I topini bianchi, guidati dal vecchio Topo Bianco, lo guardarono con sospetto. "Sei diverso da noi," disse il vecchio Topo, battendo nervosamente la zampetta. "Il tuo pelo è nero come la notte, non brilla alla luce della luna come il nostro. Come possiamo fidarci di chi vive nell'ombra?" "Il colore del mio pelo non dice nulla di me," rispose Lucio con gentilezza. "Posso lavorare duramente come tutti voi. " Ma i topini bianchi decisero di non accoglierlo. Lo lasciarono vivere ai margini del villaggio, in una piccola tana umida e buia. Nessuno gli parlava, nessuno condivideva il cibo con lui, nessuno lo invitava alle feste. Lucio era triste, ma nel suo cuore non cresceva rancore.