C'era una volta, nel cuore pulsante di Milano, una bambina di nome Elisa. Aveva i capelli biondi come il grano maturo e occhi grigi come un cielo d'inverno, sempre luminosi di curiosità. Elisa viveva in un piccolo appartamento nella periferia milanese, da cui poteva vedere la guglia del Duomo brillare al tramonto come un miraggio di possibilità. Nel suo cuore custodiva un sogno luminoso: diventare una concertista di pianoforte famosa in tutto il mondo. Ogni giorno, sulla strada di ritorno da scuola, Elisa si fermava davanti alla vetrina del negozio Ricordi, lo storico negozio di musica vicino alla Scala. Rimaneva lì, con il naso schiacciato contro il vetro, a contemplare quel magnifico pianoforte a coda nero lucido. "Un giorno," sussurrava a se stessa, "suonerò alla Scala e tutti mi applaudiranno. " I genitori di Elisa, notando la sua passione, fecero sacrifici per comprarle un vecchio pianoforte verticale e pagarle le lezioni di musica con il Maestro Bianchi, un anziano pianista che viveva nel loro stesso condominio. Elisa iniziò a studiare con entusiasmo, ma presto si rese conto che suonare era molto più difficile di quanto immaginasse. Le sue dita sembravano tradirla, le note suonavano stonate. Nonostante l'impegno quotidiano e le ore di esercizio tra i compiti di scuola e la merenda, Elisa faticava a migliorare. A scuola, i compagni ridevano delle sue ambizioni.